Il Palazzo
Originariamente il palazzo fu progettato da Gerolamo Frigimerica; di esso, al Museo Correr di Venezia, è conservato un modello di legno realizzato da Giovanni Gloria. In realtà il progetto fu interamente attuato da Francesco Maria Preti, il quale all'impronta baroccheggiante del suo antecessore preferì uno stile più essenziale, con superfici cadenzate da lesene e aperture in un gioco elegante di lievi chiaroscuri.
La facciata principale, prospicente la riva del fiume Brenta, è costituita da cinque elementi. Nel corpo centrale quattro talamoni e quattro teste di leone sostengono un lungo balcone dal quale si innalzano otto semicolonne corinzie reggenti una trabeazione decorata con putti e festoni e sormontati da un timpano con stemma; sul fastigio si erge una statua della Giustizia. Le due ali laterali sono coronate da un attico con vasi e trofei d'armi, mentre i due corpi terminali, conclusi da frontoni, recano in cima alcune statue.
L'edificio a pianta rettangolare è costituito da 168 stanze. Le stanze del primo piano, con pareti e soffitti variamente decorati, sono disposte intorno alla sala da ballo sorretta da un colonnato che supera due cortili interni. Questo salone è il vero fulcro del palazzo: l'ampio soffitto fu decorato da Giambattista Tiepolo che vi raffigurò la "Gloria della famiglia Pisani". L'opera fu eseguita tra il 1760 e il 1762 prima della partenza dell'artista per Madrid; si tratta dunque dell'ultimo lavoro realizzato da Tiepolo in Italia. La facciata rivolta verso il giardino, simile a quella esterna, ma più semplice, reca, sulla sommità del timpano, la statua di Almorò Pisani in abito da "Capitan da Mar".
Il Giardino
Il giardino si estende in una golena del Brenta, su circa dieci ettari di superficie e con un perimetro di 1.500 m delineato da un muro di cinta con portali e finestre.
Nel 1728, come si legge nel testamento di Almorò Pisani, il giardino, opera di Frigimelica, si configura secondo i canoni della strutturazione all’italiana, con siepi di carpini e bossi topiati, cedraie, spalliere di gelsomini e alberi da frutto. L’ampio e regolare impianto, eccezionale per un giardino veneto, conserva tuttavia un tono di tipo regionale, dovuto soprattutto al suo aspetto produttivo.
Durante il periodo francese (1807-1814) vengono sistemati i viali tra la villa e le scuderie, mediante l’eliminazione delle siepi regolari di carpino e la messa a dimora di tigli e ippocastani ad alto fusto. Viene inoltre distrutto un palazzo di verzura che sorgeva vicino al portale del belvedere. In tal modo il giardino perde l’aspetto classico all’italiana per assumere un carattere più francese. Viene realizzato pure il fossato attorno al "coffee-house", si inizia il restauro delle serre mobili e, nel settore occidentale, si da il via alla costruzione di una parte del boschetto, in linea con la nuova moda del giardino informale all'inglese. In quest’area, nei pressi delle scuderie, viene sistemata la montagnola della ghiacciaia, secondo il gusto per le false rovine tipico del momento.
In epoca austriaca (1814-1866) l’imperatore Francesco I incaricò il proprio giardiniere capo, Francesco Antoine, di apportare alcune modifiche all’impianto del giardino, che raggiunse così il suo massimo splendore, grazie anche alla creazione di un parterre fiorito tra la casa dei giardinieri e il recinto dell’aranciera. Nel 1848, nell’aranciera, viene costruita la serra delle camelie e si procede alla collocazione di statue, spostandole da altre zone.
Dopo la partenza degli austriaci inizia la decadenza del giardino, per la mancanza di finanziamenti, sebbene alcune foto d’epoca documentano un momentaneo periodo di ripresa negli anni Trenta di questo secolo.
Notizie su Stra
Il nome deriva da "strata" termine latino per indicare una via lastricata con selce. La località era anticamente conosciuta col nome di Fossolovara, con cui è citata in documenti del 1028 e del 1064 e che ha conservato fino al secolo scorso. Sembra che nel 1084 i Padovani vi avessero costruita una rocca. La vecchia chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Maria, consacrata nel 1748, è stata assurdamente demolita in questo dopoguerra.
La piazza principale è stata creata nel 1663. Il campanile è stato innalzato tra il 1877 e il 1888. Nel Sei Settecento Stra divenne un luogo tra i più ricercati e ambiti da parte di nobili e ricchi veneziani per la costruzione delle loro dimore di campagna che la resero il punto focale di tutta la Riviera. Stra è dominata dalla presenza della Villa Pisani, la più grandiosa della Riviera "vero e proprio Palazzo Ducale di Terraferma". Più che di villa si deve parlare qui di un complesso principesco, di un insieme di costruzioni, prospettive, parchi e giardini che, pur trovando nel corpo centrale l’apice dello splendore, hanno ognuno un proprio carattere, una propria bellezza.
Proseguendo sulla riva sinistra si incontra la Villa Foscarini Rossi. Secondo il costume aristocratico, i Foscarini chiamarono illustri architetti, pittori e decoratori affidando loro il compito di creare e decorare una residenza che esprimesse l’importanza del casato, soprattutto da quando la famiglia aveva dato alla Serenissima un Capitano da Mar e un Doge.
Sulla riva destra, in località S. Pietro, si trova la settecentesca Villa Pisani detta "La Barbariga".
Costruzione del tardo ‘500 realizzata da Vincenzo Scamozzi su disegno di Andrea Palladio fu rimaneggiata in periodo neoclassico dall’architetto veneziano di Giuseppe Japelli
In origine presentava in facciata due scalinate che portavano alla loggia del pronao, eliminate, nella seconda metà dell’800, a causa dei lavori per la deviazione del Brenta.
Più antica della villa è la foresteria. Nel salone centrale vi sono affreschi con scene allegoriche attribuiti a Pietro Liberi e Domenico de Bruni. Attualmente i saloni della Villa sono diventati sede museale, quelli della Foresteria ospitano convegni, meeting, ricevimenti, concerti ed esposizioni.Orario mostra: martedì-venerdì 9.00-12.00/14.30-18.00, sabato e domenica 10.00-
"La Barbariga", o Lazara Pisani, venne costruita da Alvise Pisani e passò a Chiara Pisani che aveva sposato un Barbarigo, da cui il nome rimasto all’edificio.Originariamente era costituita solo dal corpo centrale, le due ali simmetriche furono aggiunte alla fine del ‘700 conferendole l’aspetto allungato e unitario che si coglie nella vista dal Brenta. Il versante che si apre verso il vasto giardino rivela la presenza di più corpi: i portici, le residenze dei contadini, i magazzini e la villa padronale. All’interno si trova un gran numero di stucchi policromi che adornano molte stanze come la sala degli stucchi cinesi e la sala della caccia.
Contatti
Museo Nazionale di Villa Pisani
Via Doge Pisani 7 - 30039 Stra (Venezia)
Telefono: +39.049.502074
Fax: +39.049 9801283
E-mail: drm-ven.villapisani@beniculturali.it
Sito web: www.villapisani.beniculturali.it/