VENETIA 1600 Nascite e Rinascite: questo il titolo della mostra che si terrà a Palazzo Ducale a Venezia a partire da oggi, 4 settembre. In esposizione anche un pezzo proveniente dal nostro museo: un'acquasantiera del VI secolo di ambito bizantino.
L'acquasantiera, in marmo, presenta un corpo "bulbare" con apertura circolare superiore e una base cilindrica. Attorno al labbro in rilievo si snoda un grosso tralcio ondulato con foglie d'edera innervate, al di sotto della quale corre un'iscrizione tratta dalla Bibbia. Più sotto è presente una croce sotto alla quale è raffigurata una forma leonina con foro.
L'opera proviene dalla distrutta chiesa dei Santi Marco e Andrea di Murano e fu trasferita nella chiesa di San Salvatore. Una volta distrutta anche questa fu portata a Venezia dove fu utilizzata come fioriera dalla famiglia Costa. Fu poi donata al museo di Torcello dal senatore L. Torelli.
Per maggiori informazioni sulla mostra: https://palazzoducale.visitmuve.it/it/mostre/mostre-in-corso/venetia-1600-nascite-e-rinascite/2021/03/21189/mostra/
L'acquasantiera
L'opera scultorea proviene dalla distrutta chiesa dei Santi Marco e Andrea di Murano e fu trasferita nella chiesa di San Salvatore. Una volta distrutta anche questa fu portata a Venezia dove fu utilizzata come fioriera dalla famiglia Costa. Fu poi donata al museo di Torcello dal senatore L. Torelli. Il pezzo si distingue per l'elevata qualità della decorazione fortemente aggettante sullo sfondo liscio. Sia il motivo fitomorfo che l'iscrizione si impongono per la robustezza e per la precisa definizione dei contorni. I confronti più stringenti sono rilevabili innanzitutto con la grande acquasantiera di età giustinianea di Santa Sofia di Costantinopoli, anche se essa appare priva di decorazione. Altre analogie si riscontrano con l'esemplare frammentario di Caorle (Museo archeologico) sul quale corre una lacunosa iscrizione frammentaria in greco e soprattutto con un pezzo, ora perduto, conservato nel Settecento nella collezione del conte Moscardo a Verona. Su quest'ultimo è riproposto un apparato decorativo del tutto simile a quello dell'acquasantiera di Torcello (tralcio con grandi foglie e iscrizione greca sottostante). Nel disegno del Mabillon ("Iter italicum", Parisiis 1724) è raffigurato anche un coperchio ornato con motivo fitomorfo. La Budriesi ipotizza che in origine anche l'esemplare torcellano fosse dotato di un simile coperchio. La studiosa ricollega tale tipologia di manufatti al rito orientale di benedizione delle acque la cui esaltazione è confermata dalla lunga iscrizione che corre lungo la circonferenza massima del pezzo e che è tratta dalla Bibbia (Isaia XII,3 e Salmi , XXVIII, 3). Molto più problematica appare invece la lettura delle lettere poste in corrispondenza dei bracci della croce che è stata interpretata in vario modo senza però giungere ad una soluzione definitiva.