Il Dipartimento Scienze Ambientali, Informatica e Statistica dell'Università Ca’ Foscari di Venezia, Stanford Archaeological Center, WOODS, Institute for Environment, Stanford, California, US organizza per lunedì 26 ottobre 2015, alle ore 16.00, presso l' Aula Magna Silvio Trentin, Ca’ Dolfin Venezia, il Workshop aperto ai cittadini:
Come può l'archeologia lagunare contribuire a salvaguardare la Laguna di Venezia
Temi
-Torcello e Venezia: Archeologia, Ambiente e Interazioni tra Uomo e Patrimonio
- Politiche di Conservazione e Promozione Culturale
- Archeologia Pubblica e Partecipata
- Turismo Culturale Sostenibile
- Laguna, Ecosistema e Sostenibilità
Programma:
Saluto Istituzionale
Michele Bugliesi, Rettore Università Ca’ Foscari
Keynote
Diego Calaon, Marie Skłodowska-Curie Fellow, Ca’ Foscari University – Stanford University
Partecipanti e Discussant
Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia, delega alla Cultura Paola Mar, Assesore al Turismo, Comune di Venezia Robert Dunbar, Stanford University, Stanford WOODS, Institute for Environment Antonio Marcomini, Universitá Ca’ Foscari Venezia, Direttore Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica Elisabetta Zendri, Universitá Ca’ Foscari Venezia, Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica Fabio Pranovi, Universitá Ca’ Foscari Venezia, Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica Krish Seetah, Stanford University, Department of Anthropology Lynn Meskell, Stanford University, Director of Stanford Archaeology Center, Department of Anthropology Simonetta Bonomi, Soprintendente per i Beni Archeologici del Veneto Alessandro Asta, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto Francesco Trovò, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per Venezia e Laguna, responsabile per il sito Unesco “Venice and its Lagoon”, Katia Basili, Comune di Venezia, responsabile per il sito Unesco “Venice and its Lagoon”
Lo studio del patrimonio archeologico veneziano offre opportunità uniche per riflettere sul significato identitario che intercorre tra l’attività di ricerca archeologica, le politiche di conservazione, le istanze ambientali, le necessità delle comunità locali e le attività economiche connesse con la promozione del patrimonio archeologico.
Venezia e la sua laguna rappresentano un sito eccezionale per lo studio e la valutazione delle dinamiche di interazione sociale tra passato e presente. La ricerca archeologica intorno a Torcello offre un’occasione per tracciare la ricostruzione storica delle relazioni tra uomo e ambiente e mettere in luce gli aspetti ecologici, percettivi e sociali nelle azioni di ricerca e promozione del patrimonio archeologico. Ogni giorno a Venezia migliaia di turisti sono incantati dalla bellezza dell’ambiente lagunare. Tale ambiente è completamente costruito
dall’uomo: rive, canali, isole, riporti, bonifiche, barene. Non sempre chi vive, lavora e investe in questi spazi riesce a comprendere appieno le profonde interdipendenze tra archeologia, ambiente e spazi culturali.
Si tratta di un ecosistema complesso, e allo stesso tempo molto fragile sottoposto a una rilevante pressione turistica.
Un approccio alla storia di tipo antropologico e ambientale vuole evidenziare il rapporto tra la società del presente, in piena tumultuosa trasformazione, e l’effettiva tensione verso la riappropriazione (o
meno) di tale passato. L’economia dell’area intorno a Torcello è oggi garantita da cittadini che vivono “vendendo” la bellezza e l’unicità della memoria del passato. Fare archeologia, dunque, e progettarne il suo uso pubblico, pianificandone la conservazione e la valorizzazione, riveste un valore sociale, economico e politico di assoluto rilievo.
Il dibattito intorno all’Archeologia Partecipata non può prescindere da un confronto con gli strumenti politici ed economici presenti nel territorio e necessari per coniugare le esigenze della ricerca accademica con la conservazione e tutela dei siti e con le esigenze delle comunità locali.
Venezia sta affondando? Come dovremmo costruire futuri progetti archeologici per proteggere il patrimonio sepolto? Forse Venezia non sta davvero affondando: l’archeologia ci mostra che tale fenomeno non è nuovo del nostro secolo. Verosimilmente l’idea post-romantica di una splendida città museo, e la necessità di conservarne la bellezza così com’è, come se fosse in una teca di un museo, ci costringe a riconsiderare le modalità con cui dobbiamo programmare la ricerca archeologica. Come uomini del 20º del 21º secolo abbiamo deciso che desideriamo conservare Venezia così com’è, anzi così com’era nel passato. Abbiamo, di fatto, smesso di “ri-alzare” Venezia, e l’abbiamo posta sotto una teca di vetro.