UNA VISITA

UNA VISITA

Il Centro di Documentazione Storico - Etnografica del Veneto Orientale "G. Pavanello" ha recentemente iniziato la catalogazione di un fondo fotografico costituito da alcune centinaia di foto e diapositive. Le immagini riguardano uomini, paesaggi e centri urbani tra Sile e Piave, dai primi anni del ‘900 ad oggi. Parte di queste immagini è stata raccolta tra il 1986 e il 1988 a Meolo, Fossalta di Piave, Musile di Piave, Portegrandi, Roncade e Monastier, nel corso di una registrazione di una serie di testimonianze incentrate sulla palude e sulla sua economia, fino all’avvento della bonifica integrale (1933). Le foto, tratte dal cassetto delle raccolte di famiglia, andarono molto al di là del tema prefissato e del limite cronologico, presentandosi come un percorso di situazioni comuni, di persone, di luoghi e di date legati tra loro nella memoria dell’intervistato. E’ nata l’idea di un archivio di memorie, di documenti costituiti dalle immagini e dalla loro descrizione-racconto da parte dei protagonisti.

L’obbiettivo di questo lavoro è quello di costruire quanto più correttamente possibile dei documenti per la storia sociale del novecento di questo territorio. L’archivio fotografico informatizzato, consentirà quindi un reperimento delle informazioni e delle immagini secondo diverse chiavi di ricerca, che lo stesso interessato potrà definire a partire dalle proprie esigenze.

Di seguito vi proponiamo alcune immagini relative ad un matrimonio del 1949. Oltre agli elementi di costume apprezzabili, il fatto riveste un suo particolare interesse storico locale, riguardo al tempo e al luogo in cui esso si compie, ed al ruolo che i protagonisti vi svolgono entro ed al di là del matrimonio che viene raccontato. La località Trezze a Portegrandi, sulla riva sinistra del Sile era, nel 1949, ed in forma diversa continua ad esserlo, un punto di contatto tra due ambienti e tra due società diverse per geografia e per cultura, spesso reciprocamente ostili e diffidenti, ma destinate ad incontrarsi e da sempre a frequentarsi. Tra l’entroterra delle bonifiche, con i suoi bracconieri e pescatori di frodo spinti in laguna dalla fame o dalla passione, e gli uomini che in barena abitavano e vivevano di pesca e di caccia, il contatto non fu sempre facile. Tuttavia intere generazioni d’ambo le parti furono "segnate" da questa esperienza. Ma non ne nacquero solo matrimoni: gli uomini di queste foto sono gli ultimi di queste generazioni.

(Tra virgolette sono riportati frammenti della testimonianza di Giuliana Natante)          

1953, il Sile in località Trezze a Portegrandi di Quarto d’Altino

Adelma ("Delma" 1923-1998) e Ilaria (1920) Pagliarin con figli e nipotini su un grosso "sandolo" usato per traghettare persone, animali e cose da una riva all’altra del Sile. Al remo di poppa, Renzo Pagliarin, classe 1944.
I Pagliarin sono originari di Mazzorbo e vivono qui da decenni, difendendo dall’erosione un lembo estremo della laguna Torcellana, sulla riva sinistra del Sile, dove il fiume contermina la laguna di Ca’ Zane. Il Comune è Venezia, la loro parrocchia Torcello.
La riva sinistra (su cui corre la statale Jesolana) delimita invece l’entroterra appena bonificato da paludi secolari; si intravedono, oltre l’argine, le case mezzadrili della tenuta Veronese, che fu dei Conti Donà delle Rose.
Lungo questo confine, tra terra e acqua, continua a svilupparsi un rapporto antico di cacciatori e di pescatori, tra gente di laguna e gente della terraferma.

1949, 31 Maggio, casa Pagliarin, loc. Vallesina, Le presette ( Valle Lanzoni)
E’ il giorno del matrimonio fra Adelma Pagliarin e Sante Natante di Meolo (1912-1974).
Sulla destra, due cugine di "Santo": "Nene" e Giuliana Natante. La bambina al centro è Lidia, 11 anni, sorella di "Nene".
La porta di casa è rivolta verso la laguna. Durante le mareggiate invernali l’acqua arriva a bagnare la soglia.
"…Santo aveva una morosa, ma con "Delma" fu un colpo di fulmine: negli anni del fidanzamento, la cavana vicino alla casa di lei divenne la casa sua e dei loro incontri.
Santo conduce con il padre a Meolo uno storico negozio di alimentari ed è un appassionato cacciatore di laguna, passione ereditata dai nonni. La casa dei Pagliarin, oltre il Sile è un riferimento per chi arriva dall’entroterra: sono loro stessi a traghettare "…giorno e notte, con qualsiasi tempo e per niente.." sulla riva opposta del Sile, in valle, i cacciatori dalla terraferma, che talvolta hanno cavana e barca in laguna. Qui Delma e Santo, che la chiama "Fior di valle", si sono conosciuti qualche anno prima.

1949, 31 Maggio, Ca’ Zane nei pressi di casa Pagliarin
Il corteo ha preso il largo.
Una grossa e vecchia "battella" con due sedie per i posti d’onore, è la barca nuziale. Al centro, gli sposi con i fiori, ombrello e fisarmonica per la festa, attorniati da altre coppie di morosi. Dopo la foto ufficiale, il corteo di barche, con gli uomini scamiciati, parte alla volta della Parrocchia di Delma: Torcello.
".. io ero salita sulla seconda barca, più piccola, condotta da Tino, il mio fidanzato e portavamo oltre Giuliana, il fotografo che era un uomo grasso, pesante e che pescava con la giacca in acqua mentre fotografava… ci divertivamo, ma senza che ce ne accorgessimo, il sole ci stava scottando.."

1949, 31 Maggio, Torcello
Davanti alla cattedrale dopo lo sposalizio, i parenti degli sposi si riuniscono per la foto rituale.
"..Vedevo Torcello per la prima volta. Fu una sorpresa trovare la grande chiesa preparata con ricchi addobbi. Il parroco ci raccontò che 15 giorni prima Margherita d’Inghilterra era stata in visita alla cattedrale…La poca gente dell’isola uscita di casa ci guarda: matrimoni di foresti nell’isola sono un fatto poco comune.."
Dieci chilometri di laguna sono una distanza ed un itinerario consueti ed antichi quanto la chiesa torcellana per chi abita ai margini estremi della laguna e, pur svolgendo in terraferma la maggior parte delle relazioni sociali, ha in laguna il centro religioso e civile.
Accanto allo sposo, sulla destra, la cugina Nene e Umberto Carrer di Meolo, futuri sposi.
"..Nel frattempo ci raggiunge Guido Vio (1920-1965), cugino di Santo, impiegato del Comune di Meolo: si trovava a Venezia per "carte del Comune" e si fece portare a Torcello in barca a remi.."

1949, 31 Maggio pomeriggio, Isola della Cura
Al ritorno la comitiva sbarca all’isola della Cura, abitata da persone che vi coltivano ortaggi. Sul cortile erboso della loro vecchia casa si svolgerà la festa.
Al centro della foto Sandri Simonato (1921) con la fisarmonica: "..suonava sempre la stessa musica.. Santo aveva incaricato due amici suoi di Burano, di preparare risotto e pesce per il pranzo all’aperto…Poi con la fisarmonica abbiamo fatto festa e ballato.."
"..l’arrivo di un temporale ci costrinse a ripartire in fretta. Nel tardo pomeriggio, dopo aver traghettato il Sile per tornare a Meolo, tutti fermi sull’argine della Jesolana: passava, mi pare, il Giro d’Italia.."

1949, 31 Maggio, davanti a casa Pagliarin, Valle Lanzoni
Ore 9 del mattino, si sta formando il corteo nuziale: "..in questa foto mancano alcuni uomini, perché stanno preparando le barche per il matrimonio, dopo aver traghettato dal Sile il fotografo di Meolo Gino Patrizio.. Per noi donne (cugine di Santo)" era una grande emozione: la notte non avevamo potuto dormire e al mattino finalmente partimmo in bicicletta con il fotografo e la sua attrezzatura.."
La foto è scattata a varie decine di metri dalla casa che si intravede a sinistra, in un arginello che si inoltra tra le barene in piena laguna. Il fotografo arrivato dalla campagna è evidentemente attratto dall’inconsueta ambientazione per le sue inquadrature.

1953, presso la cavana di casa Pagliarin, Valle Lanzoni
Delma posa con i suoi due bambini (Mario, 1949, a destra e Diego, 1952) al timone di un sandalo in secca.